Fondali "profondamente" neri e "pieghe", come in una stoffa e figure illuminate da luci intense, capaci di effondere emozioni: così gli aspetti della vita si mostrano tra luci e ombre, quasi a sottolineare l'ambiguità della "parola" pittorica, l'essenza delle immagini, le colorazioni vibranti.
La Mambrini ha saputo, in tanti anni di assidua dedizione all'arte, imporsi e imporre la sua pittura, che è andata, man mano, diversificandosi, pur rimanendo sempre nell'ambito figurativo, un figurativo intessuto d'irrealtà, in tensione emotiva nei confronti della realtà, appunto.
Gli stacchi cromatici caratterizzano fortemente l'odierna produzione, con figure femminili ricercate, nudi femminili appena avvolti in drappeggi studiati e il tutto si è fatto più "prezioso" per cui non vi si avverte la semplicità di una proposta misteriosa, ma dimensioni spazio-temporali in totale verità interiorizzata, osservata e condotta avanti con una sequenza di fattori emozionali non indifferenti.
L'artista ci dona sempre una "resa" formale densa e dolce, ma pur sempre vigorosa di contenuti e di percezioni sensoriali, in uno stendersi e ricomporsi estremamente piacevole.
Dott. Giuseppina Scotti (20 giugno 2011)
Critico d'arte
Critica:
E ritroviamo Cristina Mambrini in un mondo surreale, quasi un “viaggio”,
come lei stessa scrive, in un mondo diverso, attraverso il quale l’artista
ci conduce con cromie ben equilibrate, accattivanti, suadenti ed un
linguaggio pittorico assolutamente non banale e mai scontato.
Il suo è un gusto moderno d’interpretazione visiva e un racconto di
profonda, intimistica ispirazione. Le sue figure vivono infatti, quel
“viaggio” e si pongono di fronte alla morte, al destino, alla solitudine,
alla storia, ad ogni evento vitale, facendosi medesime del vivere con
intuito vivo ed incanto e si scopre come un sapere segreto nella maestria
della Mambrini che, con tocchi lievi e maturi, orchestra gli equilibri, sia
tonali che contenutistici.
E tutto si fonde e si confonde con la realtà e, in rigorosa ricerca, ella
interseca visioni che si aprono a ventaglio sulle problematiche umane e
naturali e l’ispirazione creatrice che sembra oscillare tra un lievitare
segreto di sensibilità ed un vorticare di dimensioni meditative.
Questa la capacità indiscussa dell’artista Mambrini: annodare sentimenti e
scansioni di respiri aperti di un’anima che va oltre il tangibile, evocando
emozioni con una modulazione modernissima, che fa scaturire quasi dei
collages d’ambiente, di pensiero, di determinata ricerca su ciò che c’è al
di là del pullulare del mondo e del tempo. Cristina sa costruire, insomma,
piacevolissime opere estetiche, immerse in pensieri di solenne meditazione.
dott. Giuseppina Scotti 05
Nei cataloghi, le presentazioni degli artisti, sono utilizzate per far
conoscere al pubblico, l’arte che essi producono, ma quasi mai nessuno si
sofferma a spiegare come nascono quelle opere. Io vorrei provare a scrivere,
senza presunzione, una semplice presentazione; non per spiegare i quadri,
poiché la mia arte surrealista lascia lo spazio ad ognuno di noi di
interpretare l’opera, lasciando libera la fantasia, ma vorrei che le persone
che osservano le mie opere, conoscessero anche quale sensazione provo ogni
volta che mi trovo di fronte ad una tela bianca.
L’arte per me è l’unico mezzo per dare sfogo a tutti i sogni, i desideri ed
i ricordi uniti alla fantasia, infatti, ogni quadro è frutto dell’unione di
tutti e quattro questi sentimenti. La prima sensazione che provo quando mi
trovo davanti al mio cavalletto con appoggiata sopra la tela bianca, è
quella di trovarmi di fronte un immenso cancello chiuso a chiave, di qua ci
sono io e di là ci potrebbe essere qualsiasi cosa ma non riesco a vederla.
Quando finalmente riesco a trovare la chiave, apro il cancello e lo richiudo
dietro di me in modo che nessun altro possa entrare, dentro quell’universo
di colori ci sono tutti i miei pensieri, i sentimenti e le sensazioni che
nel mondo reale duro e preso dall’apparire, non riesco ad esprimere ed è
come se veramente riuscissi a volare lontano e potessi vedere cose che fuori
del cancello non ci sono. Io sono lì nella stanza dove dipingo ma non sento
niente della realtà, la mente è talmente lontana che spesso sono la
tribolazione di mio figlio che mi chiama per parlarmi ed io non rispondo. Io
sono tra i miei pensieri ed è in quest’ultimi che trovo tutte le idee,
quelle immagini che poi, con l’aiuto di questo dono che mi sono ritrovata,
riesco a trasferire su una tela e come quando una persona, specialmente
anziana, cerca in un cassetto pieno di fotografie, quelle dei ricordi più
importanti e poi le dispone tutte in fila e in ordine in modo che possa con
la fantasia ricostruire la sua vita. Spesso con altri artisti ho affrontato
l’argomento “che cos’è l’arte”, credo che ognuno abbia una propria opinione,
ma se tutte le persone che dipingono, scrivono, scolpiscono, modellano e
suonano provano ciò che provo io quando rimango sola con le mie tele, allora
l’arte non deve essere spiegata, ma deve solo essere ammirata qualunque sia
la sua espressione. Alcune volte le persone mi chiedono “dove nasce un
quadro?”, oppure “cosa prova un pittore quando dipinge?”, non è certo facile
rispondere, perché ognuno di noi prova sicuramente sensazioni diverse quando
crea, ma certamente del mondo dell’arte, la cosa che mi fa riflettere è
vedere artisti che non sono più giovani mantenere l’entusiasmo e la passione
di quando lo erano, è come se la loro età, entrasse in contrasto con
l’entusiasmo che mettono nell’organizzare sempre cose nuove, allora io mi
chiedo, “sarà perché l’arte aiuta le persone a poter evadere spesso da
quello che è la realtà, questo ringiovanisce l’animo?” chissà se c’è una
risposta, io la mia credo d’averla trovata ogni volta che mi avvicino ad un
quadro da iniziare e provo una grand’emozione. Non so se con questa
presentazione sono riuscita a far capire che cosa sia per me l’arte, ma sarò
felice se avrà aiutato qualcuno a vedere tutto questo con occhi diversi.
Cristina Mambrini